Gino Boccasile Artwork valuations, appraisals and auction estimates
Luigi Boccasile, detto Gino (Bari, 14 luglio – Milano, 10 maggio ), è stato un illustratore, pubblicitario e militare italiano.
Biografia[modifica | modifica wikitesto]
Boccasile nasce nel centro di Bari (in via Quintino Sella), il 14 luglio Il padre Angelo Antonio Boccasile era un commerciante di vini che in seguito aprì una rappresentanza di profumi e cosmetici, la madre Antonia Ficarella era casalinga.
La prima giovinezza dell'artista è segnata da un terribile episodio, la perdita di un occhio a causa di uno schizzo di calce viva.[1]
La carriera[modifica | modifica wikitesto]
Alla morte del padre, Boccasile si trasferisce a Milano. Dopo un primo periodo di difficoltà economiche e incertezze di carriera, durante il quale per sopravvivere allestiva piccole vetrine dove esponeva statuine di figure contadine da lui fabbricate e dipinte a mano, decise di intraprendere una vera e propria carriera artistica orientandosi nel settore della pubblicità per immagini. Inizia a collaborare c
Boccasile Gino - Luigi
Si diploma alla Scuola d'Arte e Mestieri di Bari. Nel si trasferisce a Milano dove collabora con lo studio pubblicitario di Achille Mauzan. Nel espone a Parigi al Salone degli Indipendenti e nel partecipa, a Roma, alla I Mostra del Cartellone.
Collabora alla realizzazione grafica di numerose riviste tra cui La Donna, L'illustrazione, La Signorina Sette, con i periodici La Donna (), Dea e La Lettura (), Bertoldo (), Il Milione () e L'Illustrazione del medico ().
Per la rivista Le Grandi Firme, fondata da Pitigrilli (Dino Segre), Boccasile realizza tra il e il , 76 copertine.
Durante la guerra realizza numerosi cartelloni per la propaganda fascista, per la Repubblica Sociale Italiana e per la Campagna Antitubercolare.
Nel su L'Illustrazione Italiana, n, 52, del 25 dicembre, collabora con le pagine pubblicitarie del Dentrificio jodont, e Smalto Reval.
Alla fine della guerra è incarcerato per la sua fede fascista per "collaborazionismo", poi assolto per non aver commesso reati. Rimane emarginato. Nel realizza alcune cartoline per il Movimento Sociale Italiano, e per Associazioni di ex-combattenti, realizza anche disegni erotici molto
Gino Boccasile era nato nel centro di Bari, in via Quintino Sella, il 14 luglio La famiglia Boccasile era composta da Angelantonio Boccasile, rappresentante di profumi, e dalla moglie Antonia Ficarella. La prima giovinezza dell’artista fu segnata da un terribile episodio, la perdita di un occhio: Gino era andato a giocare con gli amici in un cantiere edile e una goccia di calce viva lo colpì nell’occhio sinistro, mentre stava bevendo ad una fontanella. Dopo aver manifestato una precoce attitudine per il disegno terminò gli studi presso la scuola d’Arti e Mestieri nella città natale. Alla morte del padre, anche per evitare di pesare sulla madre, decise di lasciare Bari e si trasferì a Milano. Dopo qualche difficoltà iniziale la sua abilità grafica lo aiuta ad essere assunto nello studio grafico Mauzan-Morzenti, dove inizia a disegnare anche figurini e modelli d’abiti da donna. Subito impone il suo stile personalissimo: le vetrine che espongono i suoi lavori sono affollate dalle signore che ne decretano successo e notorietà. “La Gazzetta del Mezzogiorno”, in una nota del 13 giugno del corrispondente milanese, faceva conoscere ai baresi quanto fosse diventato famoso il loro concit
Gino Boccasile( Bari 14 luglio - Milano 10 maggio ).
Gino Boccasile era nato nel centro di Bari, in via Quintino Sella, il 14 luglio La famiglia Boccasile era composta da Angelantonio Boccasile, rappresentante di profumi, e dalla moglie Antonia Ficarella. La prima giovinezza dell’artista fu segnata da un terribile episodio, la perdita di un occhio: Gino era andato a giocare con gli amici in un cantiere edile e una goccia di calce viva lo colpì nell’occhio sinistro, mentre stava bevendo ad una fontanella. Dopo aver manifestato una precoce attitudine per il disegno terminò gli studi presso la scuola d’Arti e Mestieri nella città natale. Alla morte del padre, anche per evitare di pesare sulla madre, decise di lasciare Bari e si trasferì a Milano. Dopo qualche difficoltà iniziale la sua abilità grafica lo aiuta ad essere assunto nello studio grafico Mauzan-Morzenti, dove inizia a disegnare anche figurini e modelli d’abiti da donna. Subito impone il suo stile personalissimo: le vetrine che espongono i suoi lavori sono affollate dalle signore che n
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